Nel 2007 un soldato canadese di stanza a Kandahar inviò una lettera alla rivista Maclean’s in cui si complimentava con la redazione per aver trovato una nuova ragazza pin-up per lui e i suoi commilitoni. Stava parlando di una giovane donna di bell’aspetto che si fingeva studente per il numero annuale della rivista sulle classifiche universitarie. La giovane donna, Kinga Ilyes, divenne nota come “l’amata di Kandahar”. Il soldato, il sergente Christos Karigiannis, purtroppo morì poco dopo aver scritto la lettera. La storia ha ispirato il romanzo breve di Felicia Mihali. Mihali immagina una breve corrispondenza via email tra il soldato che chiama Yannis e l’amata Irina. Entrambi immigrati a Montréal, non flirtano né rivelano nulla di personale, ma piuttosto discutono di religione, di politica in patria e all’estero, e della vita quotidiana in Afghanistan. Irina non lascia intendere che si è completamente innamorata di lui. Ha avuto due fidanzati, ma nessuno ha catturato la sua attenzione come Yannis. La relazione si conclude nella mente di Irina con l’idea che dichiarare il suo amore a Yannis avrebbe dato al soldato una ragione per sopravvivere alla guerra. Dopo la morte di Yannis, la sua fama svanisce, così come il suo desiderio di trovare un nuovo amore.
Carla Lucchetta,
The Globe and Mail
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Questo articolo è uscito sul numero 1442 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati