Con Archive material questo quintetto di Dublino ha trovato un modo piacevole di usare la pandemia come un prisma che riflette la monotonia e le stranezze vissute da tutti noi negli ultimi due anni. Anche se la casa discografica aveva consigliato al gruppo di aspettare tempi migliori prima di lanciare il disco di debutto, i Silverbacks hanno deciso comunque di uscire nel luglio del 2020 con Fad, ricevendo critiche molto positive. Quello che colpisce di più dei Silverbacks è la capacità di fondere armoniosamente diversi stili, anche nello spazio di pochi secondi. Le chitarre alla Gang of Four e Television aggiungono un po’ di pepe, mentre la bassista Emma Hanlon ricorda Cate Le Bon quando canta in un paio di pezzi. In generale tutto il lavoro è pervaso dall’abrasività ereditata dai Sonic Youth e procede in maniera imprevedibile. Da un punto di vista tematico al centro di Archive material ci sono le persone, con i sentimenti scaturiti dalla pandemia. Un album affascinante e un bel passo avanti per la band irlandese.
Jamie Wilde,
Clash
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Questo articolo è uscito sul numero 1445 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati