“Entriamo con attenzione nell’oscurità”. Per aprire il suo nuovo disco Mitski ha scelto queste parole, pronunciate in modo incerto sopra un sintetizzatore ronzante. “Una volta entrati, mi ricorderò di come mi muovevo”. Questi testi hanno un significato particolare. Laurel hell, che prende il nome dai fiori che sui monti Appalachi crescono all’interno di una massa inestricabile di rami da cui non c’è via di scampo, segna la prima uscita di Mitski dopo una specie di pausa. Nel 2019 la cantautrice statunitense di origine giapponese ha annunciato che avrebbe smesso di esibirsi, dicendo che era disillusa rispetto all’industria dell’intrattenimento. Questo tema è affrontato nel singolo Working for the knife. È la migliore canzone del disco, che cattura tutto quello che Mitski sa fare meglio: una melodia estasiante, orecchiabile, con un testo personale e oscuro. Tra gli altri momenti salienti ci sono la sensuale Heat lightning e l’incisiva Stay soft, che ricorda un po’ il suo successo del 2018 Nobody. L’energia di Laurel hell si esaurisce un po’ nelle ultime canzoni e non si può dire che Mitski abbia aperto nuovi orizzonti. Ma è incantevole, come sempre.
Katie Cutforth,
The Skinny
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Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati