Un tempo il presente era merce così rara nel nostro cinema da sembrare esotico. Anche per questo c’è sempre stato un rispetto quasi revenziale verso la cosiddetta necessaria prospettiva storica. Ora è diverso: con la rivoluzione delle serie, con i documentari che sono diventati mainstream, il presente è diventato una materia prima molto usata. Open Arms va inserito e apprezzato in questo contesto. E la storia di Open Arms e di Óscar Camps è materiale troppo pregiato per non essere sfruttato dal cinema. Conosciamo così Camps e i suoi compagni soccorritori, li seguiamo nel loro viaggio a Lesbo, vediamo il loro impegno a favore dei profughi che fuggono dalla guerra e dalla miseria. Nel film di Marcel Barrena c’è anche molta attenzione ai dettagli. Ma la cinepresa rimane sempre ad altezza d’uomo: non prova a vendere niente, non nasconde nulla e soprattutto emoziona senza cedere alla propaganda.
Tony Vall, Cinemanía
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Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati