A i funzionari cinesi piace chiamare Pechino la “città della doppia Olimpiade”. Nessun’altra metropoli può vantarsi di aver ospitato sia i giochi estivi sia quelli invernali. La 24° edizione comincia nella capitale cinese il 4 febbraio. I giochi invernali susciteranno, in Cina e nel mondo, meno entusiasmo di quelli estivi, che si sono svolti a Pechino nel 2008. Ma per il presidente Xi Jinping hanno una grande importanza simbolica, pur essendo anche pieni di rischi. Oscurato dai boicottaggi diplomatici, da una possibile guerra in Europa che coinvolge la Russia, paese amico della Cina, e dall’avanzata della variante omicron del covid-19, l’evento logorerà i nervi delle autorità.
Sono le prime Olimpiadi che si tengono sotto la supervisione di Xi Jinping. I mezzi d’informazione di stato sottolineano il suo forte coinvolgimento fin dalle primissime fasi, quando la Cina si preparava a sottoporre la sua candidatura al Comitato olimpico internazionale (Cio). I giochi si svolgono quasi dieci anni dopo l’inizio del suo governo. Xi pretenderà un evento ben gestito, lodato dall’opinione pubblica, un assaggio della celebrazione del suo governo che culminerà in autunno in un congresso di partito in cui gli sarà di fatto attribuito il diritto di comandare finché vorrà.
Il sentimento nazionalista alle stelle potrebbe aiutare il regime
Il virus sars-cov-2 rappresenta la minaccia più grande. La Cina sta portando avanti con determinazione la politica “zero covid”, che ha l’obiettivo di isolare il virus appena emerge un nuovo focolaio. Il 15 gennaio nella capitale si è registrato il primo caso della variante omicron. La città è sul filo del rasoio. I funzionari hanno organizzato dei test di massa in alcune zone, compreso il quartiere di Fengtai, con due milioni di abitanti.
Nella capitale sono stati rilevati pochi casi della variante omicron e qualche decina di casi della delta, ma i funzionari non vogliono correre rischi: il 17 gennaio il governo ha dichiarato che i biglietti per le gare non saranno in vendita. Sarebbero comunque stati disponibili solo per chi vive in Cina, perché l’ingresso per i residenti all’estero era già stato vietato. Ora il governo dice che “organizzerà” le persone per assistere agli eventi. Sui social network cinesi fioccano le proteste. La gestione caotica della pandemia nelle sue prime fasi a Wuhan ha provocato panico e un diffuso risentimento. Ma la strategia “zero covid” si è rivelata presto efficace nel fermare i contagi. La fiducia dell’opinione pubblica nei confronti del partito è cresciuta, ma non ci sono sondaggi affidabili. Tuttavia ci sono segnali di un diffuso malcontento per i lockdown sempre più frequenti e accompagnati da rigide regole di quarantena, che in alcune zone stanno rendendo molto difficile spostarsi. Il nuovo anno lunare è cominciato il 1 febbraio e in tempi normali molte persone avrebbero fatto lunghi viaggi per festeggiare il capodanno con i familiari.
Le proteste sono state particolarmente forti a Xian, città di tredici milioni di abitanti che dal 23 dicembre sono stati confinati in casa per un mese dopo la scoperta di alcune centinaia di casi positivi. Non si poteva uscire neanche per comprare da mangiare. I funzionari organizzavano le consegne, ma spesso le forniture erano inadeguate. Altre città hanno imposto controlli rigidi e la gente protesta sui social network perché i provvedimenti hanno mandato all’aria i progetti per il capodanno. In teoria i viaggi sono consentiti a meno che non avvengano tra zone interessate dal covid-19. Spesso però la definizione di queste zone è molto vaga.
Dentro il circuito chiuso
Le Olimpiadi non attireranno molti spettatori, a differenza di quanto avvenne nel 2008. I primi giochi organizzati dalla Cina riscossero un enorme successo nazionale. Per rafforzare la sua immagine da tempo il partito invita i cinesi a ricordare il periodo precedente al comunismo, quando il paese era considerato dall’occidente il “grande malato” dell’Asia. Nel 2008 la Cina non solo vinse il maggior numero di medaglie nella sua storia olimpica, ma ne ottenne più di qualsiasi altro partecipante a quell’edizione, addirittura dodici in più degli Stati Uniti. La Cina si dimostrò forte. Ma i giochi invernali non sono la sua specialità. Il paese potrebbe ottenere solo sei medaglie d’oro, mentre gli Stati Uniti dovrebbero aggiudicarsene sette. La Cina è giustificata perché gli sport invernali sono relativamente nuovi nel paese. Lo sci ha cominciato a diffondersi davvero solo negli anni novanta, con la crescita rapida di una classe media benestante: milioni di cinesi affollano le montagne intorno a Pechino, di solito ricoperte di neve artificiale (come accadrà anche quest’anno). Resta però un’attività di nicchia.
Il governo cercherà di alimentare il patriottismo ostentando una grande capacità organizzativa, per esempio con gli enormi sforzi per impedire che gli stranieri possano diffondere il virus. È previsto un “sistema di gestione a circuito chiuso” progettato per mantenere i partecipanti separati dal resto della popolazione. I circa undicimila atleti, i loro staff di supporto e i giornalisti provenienti dall’estero saranno sottoposti a rigidi controlli.
Non sarà facile. Le strutture olimpiche sono sparpagliate e le più lontane si trovano a circa duecento chilometri dal centro della capitale. Chi si sposterà da una località all’altra dovrà usare mezzi di trasporto o vagoni del treno riservati. I funzionari hanno una tale ansia che il virus possa uscire dalla bolla (alcune decine di persone arrivate per i giochi sono già risultate positive) che hanno avvertito i cittadini, in caso di incidenti stradali, di non avvicinarsi ai veicoli con i contrassegni olimpici e aspettare l’arrivo di “specialisti”.
Potrebbe aiutare il fatto che il sentimento nazionalista, al cui rafforzamento il partito ha lavorato molto, è alle stelle. Così è più facile incolpare gli stranieri, soprattutto gli occidentali, di qualsiasi problema. Molti nazionalisti credono alle teorie del complotto sostenute dal partito, compresa quella secondo cui il virus sarebbe stato creato in un laboratorio militare statunitense. Hanno dato man forte al governo dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato un boicottaggio diplomatico dei giochi per protestare contro le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang e altrove. Diversi paesi occidentali hanno seguito l’esempio statunitense, annunciando che non invieranno rappresentanti istituzionali di alto livello all’evento. Molti utenti cinesi nei forum online accusano l’occidente di aver politicizzato i giochi.
Ma per la Cina queste Olimpiadi hanno un forte significato politico. Sarà evidente alla cerimonia d’apertura, che si terrà allo stadio a “nido d’uccello”, inaugurato nel 2008. Secondo i mezzi d’informazione di stato, stavolta il tema principale dell’inaugurazione sarà la costruzione di una “comunità con un futuro condiviso per il genere umano”, uno degli slogan preferiti di Xi. Per i governi occidentali sintetizza gli sforzi verso la creazione di un mondo che accetti l’autoritarismo cinese, ne ignori le violazioni dei diritti umani e si opponga al controllo occidentale dei meccanismi di governo globale.
Il tentativo cinese di rafforzare un senso di cameratismo olimpico potrebbe essere vanificato dalla Russia, il cui presidente Vladimir Putin è atteso alla cerimonia inaugurale. Xi spera che l’amico non rovini i giochi ripetendo in Ucraina quello che avvenne in Georgia nella giornata inaugurale del 2008, cioè un’invasione. Ma anche se succedesse, oggi come allora la Cina si guarderebbe bene dal condannarlo pubblicamente.
Non vedremmo la stessa cautela se qualcuno dovesse osare sfidare il partito in modo diretto. Il 18 gennaio un funzionario del comitato olimpico cinese ha avvertito gli atleti che potrebbero essere puniti per “qualsiasi comportamento o discorso” contrario allo spirito olimpico o alla legge cinese. Le misure di sicurezza saranno intensificate. I governi locali hanno ricevuto l’ordine d’impedire ai petizionsti – persone che vogliono attirare l’attenzione del governo su rimostranze locali, non attivisti ostili al partito – di raggiungere la capitale. In questi casi la presenza di chi potrebbe creare scene imbarazzanti è sempre sgradita.
Le forze di sicurezza cinesi continueranno a restare in allerta per settimane. Le Olimpiadi finiscono il 20 febbraio, ma dal 4 al 13 marzo ci saranno le Paralimpiadi. Ai primi di marzo si tiene di solito anche la seduta annuale del parlamento cinese. Nel 2020 il governo l’ha rinviata a causa dell’epidemia di covid a Wuhan. Con i nuovi contagi di queste settimane è possibile che i funzionari annuncino di nuovo un rinvio. Le Olimpiadi però sono pronte a partire. Saranno un primo, difficile banco di prova in quello che Xi si augura sia per lui l’anno del trionfo. ◆ gim
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1446 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati