Fin dai primi momenti della canzone Protection from evil, Al Doyle degli Hot Chip – qui in veste di produttore – ci regala un sintetizzatore così tosto che ci fa capire subito quale sarà il suono del quarto disco degli Ibibio Sound Machine. Ma non fraintendetemi, la band non ha intenzione di copiare gli Hot Chip; anzi, Doyle e compagni sono un po’ in debito con gli Ibibio Sound Machine nella fase più recente della loro carriera. Influenzato dall’afrobeat, dal tropicalismo e dall’acid house britannica, Electricity è inimitabile, perché la sua forza sta nella miscela di vari continenti. In 17 18 19 la cantante Eno Williams espande la sua voce, di solito controllata, per adattarsi alle aspirazioni disco del pezzo. In Wanna see your face again, omaggio a Giorgio Moroder, il gruppo dimostra come sa imporsi sulla pista da ballo senza troppe difficoltà. Se i testi sono, come da tradizione, intelligenti, onesti e impegnati, qui Williams li avvolge di una certa positività. Con Electricity gli Ibibio Sound Machine sanno essere straordinariamente a fuoco e originali, ma al tempo stesso restano fedeli al loro metodo di lavoro, fondato sulla diversità e la libertà.
Daniel Sylvester, Exclaim
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Questo articolo è uscito sul numero 1455 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati