La satira si regge su un equilibrio delicato. Gli argentini Mariano Cohn e Gastón Duprat (Il cittadino illustre) sono due veterani, ma stavolta, rivolgendo il loro sguardo acuto al mondo del cinema, potrebbero essere stati imprecisi nei loro calcoli. Arrivato a ottant’anni, un imprenditore miliardario (José Luis Gómez) decide di finanziare un “grande film” per lasciare ai posteri una traccia. Affida la regia alla Palma d’oro Lola Cuevas (Penélope Cruz) che invita due mostri sacri per una seduta di prove: il fanfarone hollywoodiano Félix (uno scatenato Antonio Banderas) e il serissimo attore teatrale Iván (un apparentemente più sobrio Oscar Martínez). Lola li mette uno di fronte all’altro e la rivalità tra i due anima una serie di gag divertenti. Non c’è niente di male a realizzare una satira costruita su singole scenette, ma non tutte sono efficaci e alla fine non formano un insieme soddisfacente.
Júlia Gaitano Mendizabal, El Antepenúltimo Mohicano
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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati