“La diminuzione delle persone immigrate irregolarmente dal Messico, la principale componente della forza lavoro che da sessant’anni assicura la raccolta dei prodotti agricoli in California, sta costringendo i coltivatori locali ad assumere lavoratori stranieri regolari pagati meglio e a sperimentare l’automazione”, scrive il New York Times. I motivi dietro il calo sono diversi: “L’invecchiamento della popolazione messicana ha ristretto il numero di persone disposte a emigrare negli Stati Uniti; la relativa stabilità finanziaria del paese dopo le crisi degli anni ottanta e novanta ha ridotto la spinta a cercare lavoro all’estero; lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti ha fatto calare la domanda di operai edili; i controlli più severi al confine tra i due paesi, soprattutto durante la presidenza di Donald Trump, hanno contribuito ulteriormente al calo degli immigrati irregolari”. La conseguenza è che gli arrivi negli Stati Uniti diminuiscono dal 2007. Secondo alcune stime, in California il calo è stato del 10 per cento tra il 2010 e il 2018, e si è fatto sentire soprattutto nel settore agricolo. Il ministero dell’agricoltura ha calcolato che tra il 2017 e il 2018 gli immigrati irregolari impiegati nella raccolta di prodotti agricoli nello stato costituivano il 36 per cento del totale, in netto calo rispetto al 66 per cento stimato dieci anni prima. Si è registrato anche un invecchiamento della forza lavoro impiegata nelle campagne: la quota di braccianti sotto i 25 anni è calata dal 25 al 7 per cento. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1463 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati