Gli appassionati di pianoforte storico devono dire grazie alla Eloquence per questa nuova, curatissima ristampa che ci restituisce finalmente tutte le registrazioni di Wilhelm Kempff per la Decca fatte negli anni cinquanta. I pezzi di Bach, originali e trascrizioni, sono interessanti perché fondono la fedeltà testuale da pianista del secondo novecento e i tocchi da vecchia scuola come i raddoppi di ottava e i climax colossali. Brahms è luminoso, molto più convincente qui che nei rigidi remake per la Deutsche Grammophon. Il concerto di Schumann con Josef Krips non è indimenticabile, ma comunque assai migliore della fiacchissima versione con Rafael Kubelík. Liszt è una vera sorpresa. I concerti hanno uno stile classico e nobile, e gli estratti dagli Années de pèlerinage sono raffinatissimi. Il vertice arriva con la trascendentale profondità delle due Légende, dove il poeta e il virtuoso si fondono perfettamente.
Jed Distler, ClassicsToday
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Questo articolo è uscito sul numero 1464 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati