Rispetto ai romanzi precedenti di Jeff VanderMeer – avventure spettrali, lynchiane e tarkovskiane in ambientazioni selvagge – Colibrí Salamandra è un libro più realistico, che somiglia a un thriller tradizionale con qualche eco della letteratura sulla cospirazione paranoica, un genere esemplificato al meglio da L’incanto del lotto 49 di Thomas Pynchon. In effetti la protagonista, Jane Smith, coraggiosa e schiettamente terrificante, potrebbe essere l’Oedipa Maas di cui il ventunesimo secolo ha bisogno. Nel futuro immaginato dal libro, i droni per le consegne sono finalmente operativi, ma non molto altro in termini di tecnologia o di politica è progredito rispetto al mondo di oggi. L’unica cosa che cambia è che il pendio verso il disastro planetario totale è diventato sempre più scivoloso. Tutti i peccati dell’umanità stanno tornando a galla. Ma la vita, almeno nei paesi ricchi, continua in una calma apparente per coloro che possono nascondere la testa sotto la sabbia. La nostra eroina svolge un lavoro ben pagato come analista della sicurezza, sondando i sistemi di difesa delle aziende alla ricerca di punti deboli. Ha un marito amorevole e una figlia adolescente permalosa ma affettuosa. Tuttavia, un tarlo s’insinua al centro di questa vita apparentemente rosea. Un giorno Jane riceve una busta con un biglietto e una chiave, che la conduce a una scatola all’interno di un magazzino. Nella scatola c’è un colibrí impagliato, di una specie che non dovrebbe esistere. Cosa significa tutto questo? L’intelligenza acuta e la formazione professionale di Jane prendono il sopravvento e lei comincia a cercare indizi. Scopre quindi che il colibrí proviene da Silvina Vilcapampa, eco-terrorista, utopista, aspirante protettrice del pianeta, rampolla di un padre miliardario sociopatico. La compagna dell’uccello, una salamandra altrettanto misteriosa, rimane latitante. Insieme, i due animaletti possiedono la chiave di una rivoluzionaria scoperta tecnologica che potrebbe aiutare il mondo in difficoltà. Silvina ha affidato a Jane il compito di portare avanti la sua enigmatica eredità. Un’odissea contemporanea nell’anima putrida del pianeta, che scava a fondo nei temi della responsabilità individuale per le colpe comuni.
Paul Di Filippo,
The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1465 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati