La grave crisi finanziaria e politica che ha colpito lo Sri Lanka, causata dalla combinazione di eccessivo indebitamento, inflazione e cattiva gestione dell’economia, è un avvertimento per diversi paesi che si trovano nelle stesse condizioni e sono sempre più esposti al rincaro dei prezzi, in particolare quelli dei prodotti alimentari, e all’aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, scrive il Wall Street Journal. È il caso dello Zambia e del Libano, che stanno cercando aiuti internazionali per ripagare i loro debiti o almeno ristrutturarli. O del Pakistan, dove il governo sostiene di essere stato vicino all’insolvenza in seguito a una crisi provocata dal rialzo del prezzo del carburante. La Cina ha concesso a Islamabad un prestito di 2,3 miliardi di dollari per rafforzare le riserve di valuta straniera. Nel Laos a giugno l’inflazione è arrivata al 24 per cento. La carenza di valuta pregiata, in particolare di dollari, ha ridotto drasticamente la possibilità d’importare benzina e altri prodotti di prima necessità. Secondo la Banca mondiale, Vientiane alla fine del 2021 aveva riserve in valuta straniera per 1,3 miliardi di dollari, che coprono appena due mesi d’importazioni. L’istituto, inoltre, ha ridotto le sue previsioni di crescita delle economie in via di sviluppo, che quest’anno dovrebbero crescere del 3,4 per cento, invece del 4,6 per cento indicato in precedenza. Tra le cause citate ci sono il rincaro dei prodotti alimentari e dell’energia e l’aumento dei tassi d’interesse sui prestiti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1470 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati