Oscar Wilde forse è il più famoso, ma non è l’unico omosessuale ad aver sofferto per un sistema legale arcaico. Ambientato negli anni sessanta, il film di Gianni Amelio riscopre la storia di Aldo Braibanti, intellettuale italiano finito in prigione a causa della relazione consensuale con uno studente più giovane di lui. Un capitolo vergognoso della storia italiana rappresentato in modo elegante e straziante, anche grazie al nobile lavoro dei tre interpreti principali. L’Italia post-Berlusconi ha tanta strada da percorrere prima di poter affrontare il suo passato omofobico e Il signore delle formiche potrebbe segnare l’inizio di un’importante resa dei conti con la storia.
Jude Dry, IndieWire
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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati