L’ex dittatore guineano Moussa Dadis Camara è tornato nel paese il 26 settembre ed è stato messo in detenzione provvisoria. Dovrà rispondere delle sue responsabilità nel massacro del 28 settembre 2009 in uno stadio di Conakry, in cui morirono 156 persone. Il processo, che è cominciato il 28 settembre e vede imputate altre dieci persone, sarà “altamente simbolico”, scrive l’opinionista Boubacar Sanso Barry su Le Djely. Tredici anni fa i partiti e le organizzazioni della società civile contrari all’idea che Camara, leader della giunta militare, si candidasse alle presidenziali avevano organizzato una grande manifestazione di protesta allo stadio. Ma agenti in uniforme fecero irruzione e aprirono il fuoco contro i presenti. Presero anche delle donne, che violentarono sotto gli occhi di tutti. Per tutto il processo, conclude Sanso Barry, il paese rivivrà “un trauma collettivo, nella speranza che le vittime ottengano quella verità che reclamano da tanto tempo”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati