Viste tutte le offese e gli orrori che Marilyn Monroe ha dovuto subire nei suoi 36 anni di vita – le tragedie familiari, l’orfanotrofio, l’affidamento, povertà, ruoli indegni, insulti alla sua intelligenza, problemi di salute mentale, dipendenze, abusi sessuali e la schiavitù dell’insaziabile appetito del pubblico – è forse un sollievo che non abbia dovuto soffrire le volgarità di Blonde. Più che altro, nell’adattamento del tomo di Joyce Carrol Oates, sembra che sia stato lasciato fuori proprio quello che rendeva Marilyn qualcosa di più di una delle tante belle di Hollywood: il suo genio.
Manohla Dargis,The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati