Nelle prime cinquanta pagine di questo romanzo ci sono due incidenti aerei, l’inizio di un film hollywoodiano con scene di un incidente aereo e una nave affondata. Ci sono abusi infantili, adulterio e un presunto suicidio dopo un parto. C’è un bambino orfano di due anni e un padre mandato nel carcere di Sing Sing a causa della sua scelta di salvare i gemelli neonati dal naufragio di cui sopra. C’è anche un incontro con la morte all’interno di un’auto che arrugginisce in mezzo a un torrente. Insomma, il romanzo comincia subito volando alto. Il racconto di Shipstead segue la storia di due donne. La prima, Marian, è una delle gemelle naufragate. L’altra è Hadley Baxter, la star che è stata scelta per interpretare Marian sullo schermo. Raccontata in prima persona – i capitoli su Marian sono in terza – la storia di Hadley offre un punto di vista intimo e pungente, combinando la lucentezza logora e sbiadita di Hollywood con la vulnerabilità di una ragazza che cerca di lasciarsi alle spalle il suo vecchio io. Le tante storie di questo romanzo, pur diverse per forma e struttura, arrivano a costruire una narrazione solida. Il finale riesce a tirare tutti i fili in un modo che sembra allo stesso tempo emozionante e inevitabile. In un momento in cui molti romanzi sembrano investire nel sovvertimento della forma, Il grande cerchio preferisce la tradizione.
Lynn Steger Strong, The New York Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati