La stanza dell’albergo abbastanza anonimo che fa da sfondo alla commedia Il piacere è tutto mio è pulita e carina. Per niente equivoca o erotica. Ideale quindi per un film ambientato in un limbo tra fantasia e realtà. La stanza è stata prenotata da Nancy (Emma Thompson), una donna di una sessantina d’anni che sembra pronta per una riunione d’affari. Poi arriva Leo (Daryl McCormack), molto posato, molto più giovane e presto seminudo. È un lavoratore del sesso. Per Nancy è la prima volta con un professionista e lei è evidentemente a disagio. Il film è molto teatrale, ma la regista Sophie Hyde fa del suo meglio per adeguarlo al grande schermo e l’energia comincia a fluire tra l’ansia di Nancy e la tranquillità di Leo. In alcuni momenti la sceneggiatura di Katy Brand sembra troppo controllata, toccando ogni argomento sensibile, guidando la discussione dall’immagine del corpo all’etica del lavoro sessuale. Ma la scrittura spesso è molto aggraziata, sincera e divertente. Un po’ come la lista dei desideri di Nancy, che anche se non svela nessuna perversione, è acuta nello svelare le storie segrete dei due protagonisti. Tra i protagonisti, McCormack non se la cava male, ma il film appartiene a Emma Thompson. Fa sembrare tutto facile, mentre svela fino in fondo la storia del suo personaggio, la sua vita sessuale mai vissuta pienamente, lasciando scivolare via ogni cliché, come i vestiti sul pavimento della stanza.
Danny Leigh, Financial Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1486 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati