“Fino al 30 novembre Cyril Ramaphosa (nella foto) era sicuro di essere rieletto presidente dell’African national congress (Anc) a dicembre, e del Sudafrica nel 2024. Ma tutto è cambiato con la pubblicazione del rapporto sullo scandalo Farmgate o Phala Phala (dal nome di una fattoria di sua proprietà). L’inchiesta indipendente, condotta dall’ex giudice capo Sandile Ngcobo, sostiene che Ramaphosa potrebbe aver compiuto ‘gravi violazioni’ e ‘deve rispondere del suo operato’”, scrive The Continent. Il 5 dicembre gli avvocati di Ramaphosa hanno fatto ricorso contro il rapporto. “Lo scandalo è emerso a giugno, quando si è saputo del furto, nel 2020, di milioni di dollari in contanti dalla sua tenuta. I ladri sarebbero stati catturati dalle forze di sicurezza, e invece di essere arrestati sarebbero stati pagati per il loro silenzio. Ramaphosa ha riconosciuto pubblicamente di aver subìto una rapina, ma ha detto che la somma era di 580mila dollari, il ricavato di una vendita di bufali. Non ha spiegato perché quella somma in valuta straniera non fosse stata dichiarata né perché fosse nascosta dentro alcuni divani. Dopo la pubblicazione del rapporto, il presidente deve lottare per la sua sopravvivenza politica. I partiti d’opposizione e i suoi avversari nell’Anc chiedono la sua messa in stato d’accusa. Alcuni mezzi d’informazione hanno parlato di una sua iniziale decisione di dimettersi, che è poi stata esclusa per l’intervento degli alleati, preoccupati della mancanza di un successore convincente”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati