Presentato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, Le vele scarlatte è il primo film francese di Pietro Marcello, coerente con le sue opere precedenti. È l’adattamento di una specie di fiaba del russo Aleksandr Grin, pubblicata nel 1923, che Marcello ha spostato in Piccardia. Raphaël (Raphaël Thiérry), reduce della prima guerra mondiale, trova rifugio da madame Adeline (Noémi Lvovsky), che vive insieme alla nipote orfana Juliette (Juliette Jouan). I due stringono un legame padre-figlia, malvisto nella piccola comunità che li circonda. Il racconto storico minimale scivola pian piano nel realismo magico e Juliette si trasforma nella principessa di una favola, affascinata dal seducente aviatore Jean (Louis Garrel), che assume il ruolo di principe azzurro. Bisogna essere grati a Pietro Marcello per non aver sistematizzato nulla, lasciando la storia libera di tradire se stessa, aprirsi, gonfiarsi, trasformarsi, crescere, anche se la forma di sogno a occhi aperti in continua espansione finisce per rivoltarglisi contro e rendere il tutto un po’ inconcludente.
Murielle Joudet, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1495 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati