“Saranno le presidenziali nigeriane meno prevedibili che si ricordino”, scrive The Continent. Il 25 febbraio 93,4 milioni di persone – la metà delle quali con meno di 34 anni – andranno alle urne per eleggere il capo dello stato e il parlamento. Generalmente in Nigeria le presidenziali sono una corsa a due, ma questa volta i candidati di punta sono almeno tre: Bola Tinubu, del partito al potere; Atiku Abubakar, del più grande partito d’opposizione; e Peter Obi, la rivelazione di questa campagna elettorale. I temi che hanno dominato i comizi sono, innanzitutto, quello della violenza cronica, che continua a peggiorare da almeno dieci anni: nel 2022 più di ottomila persone sono state uccise da gruppi armati come Boko haram. Il secondo tema è l’economia, sempre sull’orlo del collasso. L’inflazione supera ormai il 21 per cento e i beni di prima necessità sono fuori della portata di molti nigeriani. La disoccupazione è arrivata al 33 per cento. Lo scontento verso la situazione attuale potrebbe favorire Obi, che sembra avere il sostegno dei giovani. Ma le incognite sono ancora tante e i sondaggi sono poco attendibili. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati