Nora, sei anni, ha appena cominciato le elementari. Presto si accorge che il fratello maggiore Abel è bullizzato da vari compagni di scuola, riferisce la cosa al padre e agli insegnanti, ma così rischia addirittura di peggiorare la situazione. Nora si trova così di fronte al dilemma se non dire niente, come le ha chiesto il fratello, o invece intervenire, come vorrebbe che facesse il padre. Il patto del silenzio risveglierà nello spettatore sentimenti più o meno dimenticati di vergogna e paura, dell’ignoto, di fallire, di essere puniti. E soprattutto il timore di non sapersi difendere dalla violenza. Il film è angosciante e realistico perché è girato, ad altezza di bambina, con grande precisione e densità dall’esordiente Laura Wandel.
Jacques Morice, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati