Márta è una neurochirurga ungherese che torna in patria dopo vent’anni negli Stati Uniti assecondando un impulso: dopo aver incontrato un collega a una conferenza, János, si sono dati appuntamento a Budapest. Ma lui non si presenta e quando lei lo rintraccia János nega di averla mai conosciuta. Sta mentendo? Soffre di amnesia? O Márta si è convinta che le sue fantasie su di lui siano accadute veramente? Il film stabilisce subito un’ambiguità e tiene aperto il mistero fino alla fine. Sul secondo lungometraggio di Lili Horváth incombe la figura di Krzysztof Kieślowski, di cui Horváth non riesce tuttavia a uguagliare la straordinaria capacità di dare sottili significati anche ai dettagli più banali. Ma la pellicola è affascinante e Horváth dimostra di essere un’autrice promettente.
Michael Brooke, Sight and Sound
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati