Dopo le dichiarazioni razziste del presidente Kais Saied, in Tunisia sono state registrate decine di aggressioni contro gli africani subsahariani che vivono nel paese. Costa d’Avorio, Mali, Gabon e Guinea si sono attivati per rimpatriare centinaia di persone. Il 4 marzo più di tremila tunisini hanno partecipato a una manifestazione convocata dal sindacato Ugtt per denunciare il razzismo e la recente ondata di arresti di leader politici e giornalisti critici verso il presidente. “Non sapendo più con chi prendersela per giustificare i suoi fallimenti, Saied ha preso di mira gli africani subsahariani”, scrive il quotidiano Al Quds al Arabi. La situazione economica si aggrava e la Tunisia non è più in grado di pagare le importazioni. C’è carenza di zucchero, pasta e altri beni di prima necessità. I negoziati per un prestito del Fondo monetario internazionale sono a un punto morto e la Banca mondiale ha annunciato il 6 marzo la sospensione sia del partenariato con la Tunisia sia dei colloqui sulla direzione strategica del paese. Da Bamako, Conakry e Dakar sono partiti appelli online a boicottare i prodotti di aziende tunisine. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati