Dal 2009 Dave Okumu è una presenza costante nella mia vita. I dischi con la band The Invisible oppure la collaborazione con Joan As Police Woman e Tony Allen, e ancora il suo debutto da solista Knopperz sono tutti incredibili, ma era come se Okumu trattenesse qualcosa. Ora ha lasciato uscire tutto con I came from love. Anche se resta sempre un solista, ha voluto firmare questo album con The Seven Generations, il gruppo con cui di fatto lo ha sviluppato: Nick Ramm alle tastiere, Aviram Barath ai sintetizzatori e Tom Skinner alla batteria. Ma ha coinvolto anche qualche amico, come il trombettista Byron Wallen, il polistrumentista Raven Bush e Grace Jones. La prima voce che sentiamo è la sua, con un monologo parlato – “Fai due cose con i tuoi soldi, compra la terra e compra giovani schiavi” – mentre intorno cori e ritmi rendono l’idea del lavoro tra i campi. Lo stile della band rende difficile distinguere cosa è cantato e cosa è suonato e questa confusione è magistrale. Amnesia è una delle tracce migliori, con il musicista britannico che ci dà la sua versione di Prince e il testo che suona come un mantra: “amnesia, cuore spezzato” è un verso così semplice da non rivelare niente, lasciando a noi il compito d’interpretarlo. I came from love non è solo il disco di Okumu più bello, ma s’impone anche come uno dei migliori dell’anno.
Nick Roseblade, Clash
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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati