Allontanandosi dalle immagini a cui ci ha abituato la tv, il regista francosvizzero Elie Grappe, al suo primo lungometraggio, filma le evoluzioni di una ginnasta di quindici anni con una sensibilità particolare. Affondando nel viso e nelle articolazioni di Olga rivela la passione e il tormento dietro le sue abilità sportive e il suo body scintillante. Figlia di una giornalista politica ucraina con una taglia sulla testa per le sue denunce sulla corruzione dei politici, Olga (interpretata dalla ginnasta Anastasia Budiashkina) è costretta a lasciare il suo paese alla fine del 2013. E mentre le manifestazioni infiammano Kiev, lei si aggrega alla nazionale femminile svizzera. Grappe intreccia la finzione per mostrarci gli allenamenti di Olga e le immagini d’archivio per documentare l’escalation della rivolta in Ucraina. Se il film fatica a uscire dall’esercizio stilistico, non gli si può negare intelligenza e virtuosismo formale.
Maroussia Dubreuil, Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati