Un tredicenne francese passa le vacanze in uno chalet in una foresta canadese e s’innamora della figlia della padrona di casa, di tre anni più grande di lui. A dividerli tuttavia c’è anche il lago vicino alla casa, su cui, dice lei, aleggia il fantasma di un morto annegato. Il film abbandona presto le suggestioni del cinema horror, così come delude le aspettative di chi pensava a uno stretto adattamento del fumetto Una sorella di Bastien Vivès. Spiazza lo spettatore tenendo il piede del racconto in due staffe: quella dell’adolescenza e quella dell’infanzia. La bellezza del film risiede proprio in questa indecisione, che si prende gioco della razionalità e della logica, al confine tra realtà e fantasia.
Yal Sadat, Cahiers du cinéma
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Questo articolo è uscito sul numero 1518 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati