Dopo più di un anno di trattative il tormentato percorso della Svezia per entrare nella Nato sembra sul punto di concludersi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ritirato il veto sull’adesione di Stoccolma e ha deciso di avviare il processo di ratifica, che potrebbe essere formalizzata nel giro di pochi giorni. L’annuncio è arrivato alla vigilia del vertice dell’alleanza atlantica che si è svolto l’11 e il 12 luglio a Vilnius, in Lituania. Erdoğan si sarebbe detto soddisfatto dell’impegno del governo svedese a collaborare con Ankara nella “lotta al terrorismo” e a interrompere il sostegno alle organizzazioni curde, oltre che a revocare i limiti sulle esportazioni di armi verso la Turchia. A convincerlo ha contribuito anche la decisione del presidente statunitense Joe Biden di approvare la vendita di quaranta aerei da combattimento F16 alla Turchia, bloccata dal 2021 a causa delle tensioni tra Washington e Ankara. In generale, nota Der Standard, la scelta sembra confermare la svolta filoccidentale decisa da Erdoğan dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 28 maggio, dovuta al bisogno di ristabilire i rapporti commerciali per rilanciare l’economia turca e accelerata dalla percezione che la rivolta della milizia privata Wagner abbia indebolito la Russia. Il 7 luglio il presidente turco aveva ricevuto ad Ankara il suo collega ucraino Volodymyr Zelenskyj, esprimendo il suo appoggio all’ingresso di Kiev nella Nato e consegnandogli i comandanti del battaglione Azov catturati dai russi a Mariupol, che in base a un accordo con Mosca avrebbero dovuto restare in Turchia. Ma al vertice di Vilnius i paesi dell’alleanza hanno nuovamente deluso le aspettative di Zelenskyj, ribadendo che l’Ucraina non sarà ammessa prima della fine del conflitto e rifiutando di stabilire una tabella di marcia precisa. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1520 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati