Nazila Maroofian, una giornalista iraniana condannata a due anni di detenzione per aver intervistato il padre di Mahsa Jina Amini a ottobre, il 13 agosto ha fatto sapere di essere stata scarcerata e ha pubblicato sui social network una foto senza velo. Nell’intervista Amjad Amini accusava le autorità di aver mentito sulle circostanze della morte della figlia, avvenuta dopo che la polizia religiosa aveva arrestato la ragazza perché indossava il velo in modo “inappropriato”. Nelle proteste scoppiate in seguito e durate mesi, più di cento giornalisti sono stati arrestati, ha dichiarato l’8 agosto il sindacato di categoria di Teheran. Secondo il quotidiano iraniano Sazandegi, i giornalisti hanno anche subìto licenziamenti, censura ed esilio forzato. Il 6 agosto il parlamento iraniano ha deciso che un nuovo progetto di legge sull’ hijab potrà essere approvato a porte chiuse. Potrebbero essere imposte ulteriori punizioni per le donne che non rispettano il rigido codice di abbigliamento, avverte Iran International.
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Questo articolo è uscito sul numero 1525 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati