Nel 1999 l’Economist aveva definito la Germania il malato d’Europa. L’economia del paese soffriva a causa dei costi della riunificazione e di problemi come il rallentamento delle esportazioni. Poi però le riforme approvate negli anni successivi hanno permesso alla Germania di diventare uno dei paesi con la crescita maggiore. Oggi, tuttavia, quel periodo d’oro sembra finito e l’economia tedesca registra preoccupanti battute d’arresto. Secondo il Fondo monetario internazionale, nei prossimi cinque anni la Germania crescerà meno di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna. La situazione, precisa il settimanale britannico, non è grave come nel 1999: la disoccupazione è al 3 per cento e in generale il paese è più ricco. “Ma i tedeschi ammettono che non tutto sta funzionando come dovrebbe”. Il paese è messo alle strette, in particolare, dall’eccessiva dipendenza dalla Cina, dove le aziende non registrano più i profitti di una volta, e dalla transizione energetica, che penalizza l’industria pesante. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati