Nel museo di storia naturale di Tring, nell’Hertfordshire, a circa un’ora a nordovest di Londra, si trova una delle più grandi collezioni di esemplari ornitologici del pianeta. In una sera di giugno del 2009, un flautista statunitense di vent’anni di nome Edwin Rist si è introdotto in questo museo, si è diretto verso le teche che contenevano i resti di questi rari e bellissimi uccelli e ha cominciato a caricarli in una valigia. Il bottino, come racconta Kirk Wallace Johnson, comprendeva “esemplari impeccabili, raccolti in condizioni quasi impossibili nelle foreste vergini della Nuova Guinea e dell’arcipelago malese centocinquant’anni prima”. Il ladro di piume è in realtà tre libri in uno. Il primo è la storia del furto in sé, dell’arresto di Rist e delle successive ripercussioni legali, nonché del destino dei beni rubati. Il secondo è la storia degli eroici sforzi di Alfred Russel Wallace, contemporaneo di Darwin, alla ricerca di questi uccelli esotici. L’ultimo è un resoconto in prima persona del tentativo dell’autore di rintracciare i pezzi ancora mancanti dalla collezione del museo. Johnson ha spulciato tra i forum online, ha visitato e intervistato il personale del museo di Tring, si è consultato con la polizia e ha perfino contattato alcuni di coloro che avevano acquistato illecitamente esemplari da Rist. Così ha scoperto che c’è una battaglia, cominciata in epoca vittoriana, tra chi lavora per proteggere le specie in via di estinzione e chi le colleziona o le commercia per piacere o guadagno.
Tom Nolan, The Wall Street Journal
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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati