Negli attacchi nel sud di Israele, gli uomini di Hamas hanno ucciso più di mille persone, tra cui donne e bambini, e ne hanno rapite centinaia. Forze armate, soccorritori e sopravvissuti hanno raccolto le prove di quello che è successo: filmati di telecamere di sicurezza, video e foto scattate con gli smartphone. Questo materiale dimostra che i miliziani hanno attaccato i civili israeliani nei luoghi in cui si trovavano in un sabato mattina qualunque, durante una festa all’aperto o nelle loro case, in strade frequentate e nel centro della città.
Kibbutz di Beeri
L’assalto è cominciato intorno alle 6 del mattino di sabato 7 ottobre. Le telecamere di sicurezza al cancello del kibbutz mostrano due uomini armati che cercano di entrare. Quando un’auto si ferma sulla strada, i due sparano alle persone a bordo e poi entrano. Un’ora dopo almeno otto uomini armati erano all’interno del kibbutz. Un altro video sembra mostrare diversi israeliani presi prigionieri. Alla fine i soccorritori hanno rimosso i corpi di più di cento persone, dice Moti Bukjin, portavoce dell’organizzazione di soccorso Zaka. “È stato un lavoro orribile, c’erano tanti bambini”, racconta.
Festival Supernova
Poco dopo l’alba di sabato centinaia di uomini armati hanno sfondato le barriere tra Gaza e Israele e hanno attraversato i terreni agricoli della zona di confine, raggiungendo un festival cominciato la sera prima e hanno aperto il fuoco. “Fumo, fiamme e spari”, dice uno dei sopravvissuti, Andrey Peairie, 35 anni. I miliziani hanno rapito un numero imprecisato di persone presenti all’evento, che si svolgeva a circa cinque chilometri dal confine con Gaza.
Un video, verificato dal New York Times, mostra due miliziani di Hamas che se ne vanno su una motocicletta con una donna israeliana stretta tra loro che urla, mentre il suo fidanzato viene portato via a piedi, con un braccio piegato dietro la schiena.
Kfar Aza
Il 10 ottobre i soldati israeliani sono passati di casa in casa a Kfar Aza, un kibbutz attaccato da Hamas a poca distanza dal confine con Gaza, per controllare se c’erano trappole e recuperare i cadaveri. I giornalisti del New York Times che sono andati nel villaggio hanno visto corpi su sentieri e prati, nelle case e in altri luoghi. “È un massacro”, ha dichiarato il generale Itai Veruv. “È qualcosa che non ho mai visto prima, ricorda uno dei pogrom avvenuti ai tempi dei nostri nonni”.
Sderot
Anche l’attacco a Sderot, una città a poco più di un chilometro da Gaza, è cominciato la mattina presto del 7 ottobre, con almeno due pickup che trasportavano uomini armati e una mitragliatrice. Sono stati colpiti civili in auto e a piedi. Alcuni sono stati uccisi sotto un cavalcavia mentre aspettavano l’autobus. A un’altra fermata dell’autobus sono stati trovati morti sette civili. I filmati girati dai residenti di Sderot mostrano i miliziani che sparano sui civili, affrontano i poliziotti in strada e prendono il controllo della stazione di polizia.
Nir Oz
I dettagli stanno ancora emergendo da molte comunità nel raggio di chilometri intorno alla Striscia di Gaza, e non c’è un bilancio chiaro delle vittime. Ma video, foto e sopravvissuti raccontano di molti attacchi in tutta la regione. Un video di trenta minuti che è stato pubblicato su Facebook e la cui posizione è stata verificata mostra dei palestinesi armati che attraversano il confine e si dirigono verso la comunità di Nir Oz. Si sentono forti grida e spari. Alla fine, nel video si vede l’interno di una stanza dove giacciono a terra almeno sei corpi. Un uomo armato spara sui corpi e il video s’interrompe.
L’esercito israeliano ha dichiarato di non essere ancora in grado di stimare quante persone sono state uccise o rapite a Nir Oz. Ma quando, dopo l’attacco durato almeno otto ore, tutti i sopravvissuti sono stati radunati in un asilo, una donna e sua figlia hanno notato che era scomparsa circa la metà degli abitanti. ◆ bt
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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati