Il quarto lungometraggio di Alice Winocour è ispirato al vissuto del fratello, coinvolto nell’attentato al Bataclan di Parigi. Oltre l’aggressione omicida, la conta delle vittime, il dolore dei sopravvissuti, si apre un altro capitolo psicologico sulla riconnessione con il proprio mondo. Sola in un ristorante Mia (Virginie Efira) ha uno scambio di sguardi con uno sconosciuto (Benoît Magimel). Poco dopo l’attacco terroristico, il caos, il buco nero. La vicenda si articola lungo un doppio asse. Il primo sull’impossibilità di Mia di riconnettersi con la sua vita. Il secondo, meno scontato, mostra la necessità della donna di uscire dalla sua zona di comfort per ricordare frammenti della tragedia vissuta.
Clarisse Fabre, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati