Come ha scritto Susan Sontag, non è scontato che da un grande romanzo venga fuori un grande film. Il film di Francis Lawrence, tratto dal prequel di Suzanne Collins del 2020, al massimo è una origin story del cattivo della serie, troppo poco spigolosa e superficiale. Coriolanus Snow (Tom Blyth), anni prima di diventare il presidente di Panem, è uno studente preoccupato di salvaguardare il buon nome della sua prestigiosa casata, che per la decima edizione degli Hunger games deve fare da mentore alla ragazza prescelta da un distretto poverissimo. Solo verso la fine – troppo tardi, e troppo poco, in quasi due ore e quaranta – il film ci fa intravedere il dittatore spietato che Snow è destinato a diventare. Anche se strappa qualche risata (soprattutto grazie ai personaggi interpretati da Jason Schwartzman e da Viola Davis), difficilmente questo prequel riuscirà a ridare slancio alla serie di Hunger games.
Hannah Flint, Empire
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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati