Anne (Léa Drucker), avvocata penalista specializzata in casi con minori vittime di violenza sessuale, ha una vita borghese insieme al marito Pierre e alle loro due figlie adottive. All’arrivo delle vacanze estive, Pierre ospita nella loro grande casa Théo (Samuel Kircher), il figlio di 17 anni, nato da un precedente matrimonio. Inizialmente i rapporti di Anne con Théo sono piuttosto freddi, ma presto tra loro nasce evidentemente qualcosa e il desiderio si erge come un muro contro il quale correre a schiantarsi. Dieci anni dopo Abus de faiblesse, Catherine Breillat torna a una storia di conflagrazione romantica, che non si può davvero ridurre solo al tema delle relazioni incestuose. La regista infatti presta la stessa attenzione alla passione fuorviante quanto allo spaventoso meccanismo che innesca, cioè quello della negazione collettiva di fronte al compromesso borghese, così potente da sembrare capace di assorbire tutta la realtà.
Mathieu Macheret, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati