Tutto va bene a casa di Sylvie (Virginie Efira), che cresce da sola i due figli, a Brest. Una vita modesta ma calorosa. Finché una notte il piccolo di casa finisce in ospedale per un incidente domestico, mentre Sylvie è fuori a lavorare. Si mette in moto la macchina dei servizi sociali e la madre viene separata dai figli. Con la sua esperienza da documentarista, Delphine Deloget mette in scena la zona grigia tra una madre e suo figlio e il film prende la forma di un duello tra due avversarie che non sono armate allo stesso modo. Da una parte Sylvie, onnipresente e sfuggente, in emergenza perenne, dall’altro l’assistente sociale (India Hair), ferma, con la sua voce delicata e l’aspetto rigido. Niente da perdere non prende posizioni, ma entrando nel dettaglio risulta pertinente ed emozionante.
Maroussia Dubreuil, Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati