Ci sono molti misteri nascosti nel trittico di Kinds of kindness, e poche certezze. Una di queste è uno stacco. Se qualcuno si chiedeva che fine avesse fatto il Lanthimos di Dogtooth, tra gli Oscar, i tappeti rossi e i Leoni d’oro raccolti con La favorita e Povere creature!, ecco: è tornato. E non sembra particolarmente socievole. Ritrovato lo sceneggiatore Efthimis Filippou, spirito guida della weird wave greca, ha prodotto una serie di storie sconcertanti, inquietanti e cupe, vagamente collegate tra loro, che riescono a risultare divertenti in modo discordante e stranamente esaltante. Il film ha un cuore ellittico e selvaggio che lo renderà meno popolare delle ultime opere del regista. Eppure questa storia contorta di anime (forse) legate è uno di quei film generazionali a cui i fan si incolleranno, cercando all’infinito di svelarne i misteri e i ribelli cambi di forma. E al suo interno c’è qualcosa di marcio che lo fa sembrare particolarmente attuale. Fionnuala Halligan, Screen International

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Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati