Il 16 maggio, a Cannes, come sempre negli ultimi dieci anni, all’inizio del festival del cinema si è svolto l’evento Shoot the book! durante il quale i più importanti editori francesi (Actes Sud, Gallimard, Fayard, Robert Laffont) provano a piazzare ai produttori i loro libri più “cinematografici”. L’apice è il momento dei pitch, che devono essere brevi, evocativi, convincenti: evitare commenti letterari, evidenziare il registro (“è un giallo classico esistenzialista”), definire una tavolozza emotiva chiara (“vergogna”, “colpa”), sottolineare con parole chiave (“dramma sociale sul sistema PREDATORIO che subiscono le DONNE”), sparare paragoni azzardati (“una sorta di crossover tra Good bye Lenin e Il pianeta delle scimmie”), dare suggestioni sul possibile cast (“un ruolo perfetto per Sandra Huller”). Riuscire a piazzare un libro ai produttori è una doppia vittoria per gli editori. Infatti, oltre al guadagno che deriva dalla vendita dei diritti, si può contare sull’effetto dell’uscita del film in sala che può anche triplicare il numero di copie vendute.
Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati