Città del Capo, 14 giugno (Wikus De Wet, Afp/Getty)

“La nascita del futuro governo di unità nazionale in Sudafrica è stata un processo lineare, che ha portato un po’ di stabilità in un momento incerto della storia del paese”, scrive il settimanale Mail & Guardian. “Minacciato dall’implosione, il Sudafrica ha sfidato i cattivi pronostici e imboccato la strada verso il centro”, scrive l’opinionista sudafricano Justice Malala su Bloomberg. L’African national congress (Anc), che non ha raggiunto la maggioranza assoluta alle ultime elezioni, e il partito centrista d’opposizione Democratic alliance (Da) il 14 giugno si sono accordati per formare un governo, confermando Cyril Ramaphosa ( nella foto ) presidente. Restano esclusi dal potere il partito uMkhonto we Sizwe, guidato dall’ex presidente Jacob Zuma, che vuole sfidare l’ordine costituzionale, e la sinistra radicale degli Economic freedom fighters. Sostengono il governo altri tre partiti minori: Inkatha freedom party, Patriotic alliance e Good. “Anche se è chiamato ‘governo d’unità nazionale’, in realtà è una grande coalizione”, osserva Malala. “Se a un certo punto si rompesse il matrimonio tra l’Anc e la Da, non si riuscirebbe a mantenere una maggioranza”. Le differenze ideologiche tra i due partiti principali sono numerose, ma la priorità è una: “I leader devono far funzionare il nuovo governo e risvegliare un’economia moribonda”, conclude Malala.

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Questo articolo è uscito sul numero 1568 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati