Un giallo allegro e croccante, una commedia romantica fuorilegge, un film per tutti in cui si cita Nietzsche e ci s’interroga in modo intelligente sulla natura (e la malleabilità) dell’identità. Come il suo camaleontico protagonista, Hit man di Richard Linklater può essere tutto quello che volete, ma fondamentalmente è un film davvero divertente. Il regista ha scritto la sceneggiatura insieme alla star del film, Glen Powell, prendendo alla larga una storia vera. Powell interpreta Johnson, un professore di filosofia e psicologia al college, un po’ nerd, divorziato, con due gatti e un entusiasmo esagerato per il bird-watching. Johnson collabora anche come “supporto tecnico” con la polizia di New Orleans e all’improvviso si trova a vestire i panni di un sicario per far arrestare i suoi potenziali clienti. In questo ruolo sotto copertura incontra Madison (Adria Arjona) e la convince a rinunciare all’idea di far uccidere il marito violento. Inevitabilmente tra i due scatta la scintilla. Powell fa un salto di qualità, da brillante attore non protagonista (Top gun: Maverick) a potenziale star e dà nuovo slancio alla figura un po’ trita del killer cinematografico.
Wendy Ide, The Observer
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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati