Dopo aver dedicato tre bellissimi album a Bartók, Susanna Mälkki e l’orchestra filarmonica di Helsinki passano a lavori scritti da Jean Sibelius alla fine dell’ottocento. Le tre brevi parti della suite Karelia rivelano già le qualità eccezionali del giovane compositore, come Rakastava, ma sono pagine che volano meno alte della suite Lemminkäinen, ispirata dall’epopea finnica del Kalevala. Se Esa-Pekka Salonen coltivava l’impatto spettacolare e i contrasti esacerbati di queste opere (Sony Classical), Mälkki ne privilegia l’equilibrio, l’atmosfera e il mistero, cominciando da Lemminkäinen e le fanciulle dell’isola, comunque carico di passione. In questo lavoro la direttrice non vede dei semplici quadri pittoreschi, ma soprattutto un insieme di svolgimenti architettonici molto più riusciti di gran parte delle sinfonie dello stesso periodo. Nel Cigno di Tuonela la musica sorge misteriosa e naturale da un silenzio inquieto e la straordinaria vetta drammatica di Lemminkäinen a Tuonela annuncia (nel 1895!) il Ligeti di Atmosphères (1961) e le opere per orchestra di Giacinto Scelsi (1905-1988). Questa interpretazione affascina sempre per la sua misurata potenza.
Patrick Szersnovicz, Diapason
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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati