Forse è l’idea di ambientare il prequel di A quiet place a New York, uno dei posti più rumorosi della Terra. O forse è l’elemento catastrofico della città distrutta che rafforza la premessa dei primi due film della serie. O ancora la scelta della sempre eccellente Lupita Nyong’o nel ruolo complesso di una poeta malata terminale che vorrebbe vivere un po’ prima di morire. O forse sono tutti questi elementi combinati a rendere questo film anche migliore di A quiet place 2. Ci sono un paio di nodi della trama poco sviluppati, ma nel complesso è un prequel elegante e soddisfacente.
Wendy Ide, The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati