◆ Questa immagine, scattata dal satellite Landsat 8, mostra un vasto incendio nella Repubblica di Sacha, nel nordest della Russia. I bassopiani della Siberia sono una vasta distesa di permafrost e torbiere, coperta di tundra erbosa e punteggiata di laghi. In primavera e in estate normalmente il suolo è saturo d’acqua a causa del disgelo, ma quest’anno la regione è stata caratterizzata da condizioni insolitamente calde e secche, che hanno favorito la diffusione degli incendi.
Nell’Artico i roghi sono quasi sempre dovuti a cause naturali come i fulmini e fanno parte del normale ciclo degli ecosistemi boreali, ma la loro frequenza e intensità sono in aumento in tutti i paesi della regione, che a causa del cambiamento climatico si sta riscaldando più rapidamente del resto del pianeta. In Russia l’area colpita finora è superiore del 50 per cento a quella bruciata nello stesso periodo del 2023, e diversi governi locali, tra cui quello della Repubblica di Sacha, hanno dichiarato lo stato d’emergenza.
Incendi devastanti come questo possono avere gravi conseguenze per i popoli indigeni seminomadi che vivono nella zona, isolandoli e danneggiando le attività da cui dipendono. Inoltre provocano il rilascio di enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Ma le loro conseguenze a lungo termine sulla capacità degli ecosistemi di immagazzinare carbonio sono difficili da valutare. –Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati