Georgie (Lola Campbell), la protagonista chiacchierona dell’esordio di Charlotte Regan, è una bambina che può sconcertare gli adulti. È carina, ma ha la parlantina consapevole di un venditore d’auto usate. Ruba biciclette con l’amico Ali (Alin Uzun) ed è riuscita a convincere i servizi sociali di essere sotto la tutela di uno zio molto impegnato. In realtà dalla morte della madre Georgie è sola ma, è convinta, non ha bisogno di nessuno. All’improvviso riappare il padre, Jason (Harris Dickinson, visto in Triangle of sadness e A murder at the end of the world), tornato da Ibiza dove lavora come pr in alcuni locali. Non si sono mai visti prima e lui sicuramente non è pronto a fare il genitore. Eppure i due condividono un attaccamento patologico alla propria indipendenza. La regista, insieme alla direttrice della fotografia Molly Manning Walker (How to have sex), ha scelto un modo empatico per rappresentare una famiglia fratturata. Scrapper è un sistema solare con Georgie al suo centro luminoso. Dickinson è avvolto in un velo di tristezza, ma è pronto a strapparselo di dosso. In ogni caso personaggi così simpatici, al cinema, non s’incontrano molto di frequente.
Clarisse Loughrey, The Independent
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati