◆ Almeno nove palestinesi sono stati uccisi in un attacco dell’esercito israeliano nel nord della Cisgiordania. L’incursione, cominciata all’alba del 28 agosto, ha coinvolto centinaia di soldati sostenuti da aerei da combattimento, droni e bulldozer e ha preso di mira tre aree: Jenin, Tulkarem e Tubas. Il giorno prima i soldati avevano attaccato il campo profughi di Nur Shams uccidendo cinque palestinesi (nella foto, i funerali). In un raid dei coloni israeliani vicino a Betlemme era stata uccisa una persona. The Palestine Chronicle ricorda che dal 7 ottobre 2023 più di seicento palestinesi sono stati uccisi dai soldati o dai coloni israeliani in Cisgiordania.
◆ L’esercito israeliano ha continuato a bombardare anche la Striscia di Gaza. Le Nazioni Unite hanno annunciato il 26 agosto di aver sospeso temporaneamente la distribuzione degli aiuti nel territorio palestinese a causa degli ordini di evacuazione emessi da Israele, in particolare intorno alla città centrale di Deir al Balah, che era stata designata come zona umanitaria da Tel Aviv e dove l’Onu ha istituito il suo principale centro operativo. Le agenzie dell’Onu non lasceranno però la Striscia.
◆ Nelle prime ore del 25 agosto Israele ha lanciato un attacco in Libano, sostenendo di aver sventato una rappresaglia di Hezbollah per vendicare l’uccisione di Fuad Shukr, uno dei suoi capi militari, avvenuta in un bombardamento israeliano a Beirut il 30 luglio. La milizia libanese ha risposto con il lancio di centinaia di droni e razzi verso il territorio israeliano. Sono morti tre libanesi e un soldato israeliano. Secondo il Jerusalem Post l’attacco israeliano è stato prudente e anche se “lo scenario catastrofico” di una guerra totale in Libano “è sempre possibile”, non dovrebbe verificarsi nell’immediato. Nei giorni seguenti sono ripresi al Cairo, in Egitto, i negoziati per cercare di raggiungere una tregua a Gaza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati