Una famiglia è bloccata in un negozio di mobili quando l’anziana madre si siede su un divano e rifiuta di alzarsi. Simbolicamente il negozio di arredamenti è un concentrato di frustrazioni domestiche e soluzioni insoddisfacenti: la vera corrente sotterranea dell’esordio dello svedese Niclas Larsson. La farsa, che si evolve in un realismo magico e drammatico, comincia quando David (McGregor) mette in pausa la sua precaria vita per convincere sua madre (Burstyn) ad alzarsi. Mentre gli altri fratelli sono più passivi, è evidente che David vuole disperatamente trasformare l’ostinazione della madre nell’occasione per la loro prima e unica riunione di famiglia. Varie ansie esterne e la presenza sfuggente e quasi onnisciente dei proprietari del negozio aumentano la tensione. Il grande pregio del film è di catturare la disperazione di fronte agli interrogativi e ai rimpianti sollevati dalla fine della vita di una persona amata.
Daniella Mazzio, Chicago Reader

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Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati