Il titolo di questo cd, Liszt mae­stoso, è molto appropriato, non solo per l’ampiezza lirica che caratterizza i pezzi, ma anche per le letture aristocratiche e autorevoli di Sandrine Erdely-Sayo. Come in passato Claudio Arrau e Jorge Bolet, Erdely-Sayo costruisce la sua ricca e lucida sonorità dal basso, e dispiega le lunghe frasi di Liszt con pazienza e senso delle proporzioni. Negli arpeggi della Bénédiction de Dieu dans la solitude evoca suoni simili a quelli dell’arpa, e una prospettiva tridimensionale. Le onde che s’infrangono nella Légende di san Francesco di Paola raggiungono climax potenti. I cantabili fluidi e le sottili sfumature armoniche di Erdely-Sayo nelle Consolations probabilmente superano quelle di Bolet. La nobiltà schietta del terzo Liebestraum contrasta con la melassa emotiva che sentiamo spesso in questo pezzo, ed è seguita da un En rêve efficacemente sobrio. Pochi pianisti moderni sono stati in grado di eguagliare la miracolosa varietà di voce e l’uso magico del pedale dell’anziano Horowitz nella trascrizione di Ständchen di Schubert, ma Erdely-Sayo ci si avvicina. Le selezioni sono state registrate in un solo giorno, penso con pochissimo editing. Di sicuro suonano come esibizioni dal vivo: l’atmosfera leggermente lontana ma calda accresce la mia impressione di sentire un’autentica interpretazione lisztiana della “vecchia scuola”. Un album molto raccomandato.
Jed Distler, ClassicsToday

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati