Alla fine dell’estate del 2022, il ginecologo Barry Grimm aveva chiamato Mack Gold­berg, un collega dell’ospedale Vanderbilt di Nashville in Tennessee, negli Stati Uniti, per un consulto su una paziente incinta di dieci settimane. L’embrione si era impiantato nel tessuto cicatriziale di un parto cesareo praticato tre mesi prima e la donna era in grave pericolo. Mayron Michelle York-Hollis rischiava di perdere la vescica, l’utero e la vita, per questo voleva interrompere la gravidanza. Aveva già tre figli e un passato di dipendenza da oppiodi.

Quando era rimasta incinta non faceva più uso di droghe e aveva appena trovato un lavoro. Anche con il suo compagno, Chris Hollis, le cose andavano meglio. Ma la gravidanza a rischio aveva interrotto quella ricerca di serenità.

I due medici che seguivano il caso erano d’accordo che l’aborto fosse la strada migliore. Ma la corte suprema degli Stati Uniti aveva appena ribaltato la storica sentenza Roe contro Wade (che nel 1973 rese l’aborto legale in tutto il paese) permettendo al Tennessee di approvare una delle leggi più severe sull’interruzione di gravidanza. Secondo la nuova norma i pubblici ministeri possono incriminare qualsiasi medico pratichi un aborto, e condannarlo a pene fino a quindici anni di carcere. Per scagionarsi il medico deve dimostrare che la procedura era necessaria per salvare la vita della paziente.

Mayron York-Hollis ha passato la notte nel parcheggio dell’ospedale Vanderbilt, dormendo in auto

Grimm e il suo collega non sapevano come procedere. Per operare Hollis in sicurezza serviva un’équipe di medici e di altri operatori che accettassero di assumersi molti rischi legali. Goldberg aveva passato due giorni a cercare di ottenere il sostegno dei colleghi per una procedura che in passato sarebbe stata di routine, ma non ci era riuscito. Alla ventiseiesima settimana di gravidanza, York-Hollis ha avuto una grave emorragia ed è stata ricoverata d’urgenza in ospedale.

Mayron York-Hollis, le figlie Zooey ed Elayna, nella culla

Quando la figlia Elayna è nata, pesava meno di un chilo e non era in grado di respirare da sola. Mentre la donna, durante l’intervento che le ha salvato la vita, ha perso l’utero. Alle dimissioni dall’ospedale, un’infermiera ha consegnato a York-Hollis una pila di documenti con le istruzioni su come nutrire e fare il bagno a una bambina molto prematura e su come prenotare le visite con oculisti e altri specialisti. “Lo stato mi ha costretto, in pratica, ad avere una figlia. Ma poi non mi ha aiutato a prendermene cura”, ha detto Hollis.

Chris Hollis torna a casa mentre Mayron York-Hollis allatta Elayna.

Nel 2023 il sito di giornalismo investigativo ProPublica ha chiesto alla fotografa Stacy Kranitz di passare un anno con Mayron York-Hollis per documentare le possibili conseguenze dei nuovi divieti di abortire, applicati in più di dodici stati statunitensi. Kranitz ha seguito York-Hollis nella sua quotidianità guadagnando la sua fiducia un po’ alla volta: “Le ho raccontato quanto sia importante per me la fotografia. Parlandole della mia vita ho evitato di creare una relazione unilaterale”, spiega la fotografa. “Ho portato anche una macchina fotografica con cui i bambini potevano giocare per prendere familiarità con quello che stavo facendo. York-Hollis non è timida, ma il marito non era molto a suo agio. Mentre scattavo non dovevo dimenticare che questa storia molto personale era anche la storia di quell’uomo”.◆

Elayna con la sua torta di compleanno.
Discussioni su bollette e altre spese familiari.
La cicatrice dopo il parto cesareo e la rimozione dell’utero
Mayron York-Hollis e il compagno Chris Hollis
Elayna durante la terapia intensiva tra le braccia della madre
Da sapere
Il festival

◆ Stacy Kranitz è una fotografa statunitense che vive negli Appalachi, nell’est del Tennessee, negli Stati Uniti. Le sue foto saranno esposte al SIFest, il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone, che si svolge dal 13 al 29 settembre durante i fine settimana. Per il terzo anno la direzione artistica del festival è affidata ad Alex Majoli, che ha scelto Atlas come titolo di questa 33a edizione. Il programma prevede quindici mostre di fotografi e fotografe internazionali tra cui Richard Billingham, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Abdulhamid Kircher, Silvia Camporesi e Marina Caneve. L’obiettivo della manifestazione è creare un percorso di educazione all’immagine fotografica per le giovani generazioni.


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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati