Vero. Con l’avanzare dell’età il nostro corpo sviluppa una maggiore sensibilità e una minore tolleranza all’alcol. “I cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento portano a mantenere livelli più elevati di alcol nel sangue e ad avere maggiori ripercussioni a livello cognitivo e comportamentale”, spiega George Koob, neuroscienziato e direttore del National institute on alcohol abuse and alcoholism. Bere un cocktail all’età di sessanta o settant’anni avrebbe lo stesso effetto di berne due o tre a venti o trent’anni. Con l’aumento dell’età la percentuale d’acqua nel corpo diminuisce e con essa la capacità dell’organismo di diluire l’alcol ingerito. Inoltre l’invecchiamento rallenta l’attività di alcuni enzimi fondamentali per metabolizzare l’alcol, spiega Olivera Bogunovic, assistente di psichiatria presso la Harvard medical school. Anche il cervello diventa più sensibile agli effetti dell’alcol, rendendo le persone più inclini a sviluppare problemi di coordinamento e di equilibrio. Può influire sulla capacità di giudizio, sui tempi di reazione e sulle capacità di guida. Questi cambiamenti fisiologici cominciano intorno ai quarant’anni e diventano più evidenti dai sessant’anni in poi. Le Dietary guidelines for americans suggeriscono di mangiare prima di un cocktail e di bere molta acqua per rimanere idratati. National Geographic

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Questo articolo è uscito sul numero 1580 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati