Domenico Cimarosa (1749-1801) compose L’Olimpiade nel 1784 per l’inaugurazione del teatro Eretenio di Vicenza. Il libretto era stato scritto da Metastasio nel 1733, ma mezzo secolo più tardi il gusto era cambiato. Nel 1781 era uscito l’Idomeneo di Mozart, però purtroppo a Cimarosa mancava l’arte di trasformare le emozioni in musica, che invece il suo giovane rivale padroneggiava. L’Olimpiade offre comunque tutto lo sfoggio di virtuosismo che ci si aspetta da un’opera seria. Alla guida della sua dinamicissima orchestra, Christophe Rousset prende in mano con coraggio la partitura, per la quale ha riunito un cast ideale. Le cantanti dei due ruoli principali sono spagnole: il mezzosoprano Maite Beaumont ricrea i fasti del castrato Marchesi, mentre il soprano Rocío Pérez è incredibile nei vocalizzi delle arie di Aristea. Il duetto che le riunisce alla fine è un momento meravi­glioso. Tra i tenori, Josh Lovell domina con brio un’aria che per difficoltà ricorda quella dell’Idomeneo mozartiano.
Laurent Bury, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati