“La maggior parte dei leader europei è preoccupata all’idea che Donald Trump torni alla Casa Bianca. Ma a Roma questo scenario è visto come una manna per qualcuno che ha legami di lunga data con il mondo di Trump: Giorgia Meloni”. Scrive Amy Kazmin, corrispondente in Italia del Financial Times. Il quotidiano britannico spiega che Meloni prima di diventare presidente del consiglio ha incontrato più di una volta le persone che hanno contribuito a formare l’ideologia trumpiana. Nel 2018 Steve Bannon, ex consigliere strategico di Trump, è stato l’ospite di onore di Atreju, l’iniziativa politica organizzata dalla sezione giovanile di Fratelli d’Italia. Nel 2020 Meloni è stata ospite a Washing­ton del National player breakfast, un evento a cui ha partecipato anche Trump. In seguito la presidente del consiglio lo ha elogiato per la sua “difesa dell’identità, dei confini, delle aziende e dei prodotti e delle famiglie americane”. Nel 2023 l’imprenditore miliardario Elon Musk, sostenitore di Trump, è stato anche lui ospite di Atreju e ha sostenuto le iniziative di Meloni per fermare l’immigrazione irregolare e per incoraggiare le donne a fare più bambini. Il quotidiano finanziario sostiene che il rapporto privilegiato di Meloni con le persone vicine all’ex presidente degli Stati Uniti potrebbe aprirle nuovi scenari all’interno dell’Unione europea: se il candidato repubblicano fosse rieletto lei aumenterebbe la sua influenza tra i leader europei, con cui ha spesso avuto rapporti conflittuali. Il rapporto privilegiato di Meloni con Trump, continua Kazmin, potrebbe essere rischioso: “Stefano Stefanini, ex ambasciatore italiano alla Nato, ha detto che Meloni è ‘ben posizionata ideologicamente’ per far fronte al potenziale ritorno di Trump alla Casa Bianca. Ma ha avvertito che Trump probabilmente metterà i paesi europei l’uno contro l’altro, lasciando Meloni con scelte difficili da fare nelle relazioni tra Washington e Bruxelles”. Il quotidiano cita anche Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto affari internazionali, secondo la quale se la leader di Fratelli d’Italia non aumenterà le spese militari dell’Italia arrivando al 2 per cento del pil, come chiede la Nato, Trump potrebbe avere da ridire, visto che insiste perché il peso dell’alleanza non ricada solo sugli Stati Uniti.

Il sito d’informazione Politico, invece, descrive il malcontento all’interno del centro studi statunitense Atlantic council per la decisione di consegnare a Giorgia Meloni il premio Global citizen per il suo “ruolo pionieristico come prima donna presidente del consiglio in Italia, per il suo forte sostegno all’Unione europea e all’alleanza transatlantica e per la sua presidenza del G7 nel 2024”. Non è piaciuta la richiesta di Meloni di invitare Elon Musk a presentarla, perché l’imprenditore è sembrato prendere le distanze dal sostegno occidentale all’Ucraina nel conflitto con la Russia, e perché ha fatto dichiarazioni critiche verso Kiev. Inoltre l’Atlantic council non apprezza le posizioni di Meloni sull’immigrazione e contro la comunità lgbt, né la sua passata vicinanza alla Russia.

Il **New York Times **racconta come si è svolta la serata in cui Musk ha premiato Meloni , che il miliardario ha definito “una persona ancora più bella dentro che fuori”, “autentica, onesta e premurosa”. Musk ha aggiunto: “Non si può sempre dire lo stesso dei politici”. Il quotidiano scrive che “Meloni ha pronunciato un’appassionata difesa dei valori occidentali. Pur rifiutando il nazionalismo autoritario, ha affermato, “non dovremmo aver paura di difendere parole come ‘nazione’ e ‘patriottismo’”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati