Il ministero del tempo è un romanzo in cui succedono tantissime cose, tutte appassionanti da leggere e interessanti quando ci si ripensa. Viene definito speculative fiction ma è più divertente pensarlo come 50 per cento thriller di fantascienza e 50 per cento commedia romantica. È infatti la storia d’amore tra un’impiegata pubblica annoiata in una Londra del prossimo futuro e il comandante Graham Gore, parte di una disgraziata spedizione al polo nord. Gore era stato visto per l’ultima volta vagare tra i ghiacci nel 1847, salvato per un pelo da un governo del ventunesimo secolo che cercava di sondare i limiti dei viaggi nel tempo. Gore è un expat: una di quelle persone molto confuse trascinate dal passato al futuro che hanno un serio problema con il “qui e ora”. La storia che si sviluppa tra i due protagonisti, l’expat del tempo e una burocrate senza nome, è piena di speranza: la speranza che le persone possano diventare qualcosa di diverso da ciò che erano convinte di essere.
Ella Risbridger, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati